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"Vai Mò 2008 Live", il ritorno di Pino Daniele con il Supergruppo

Nel 2008, per festeggiare il trentennale della sua carriera musicale, Pino Daniele decide di riunire lo storico Supergruppo con il quale nel 1981 aveva registrato l’album "Vai Mò" ed era partito successivamente per una lunga tournèe: Tullio De Piscopo, Rino Zurzolo, Joe Amoruso, Tony Esposito e James Senese.
Ma non solo, infatti per l’occasione richiama anche la band con cui aveva inciso "Nero A Metà" nell’anno 1980: il bassista Gigi De Rienzo, Agostino Marangolo alla batteria e il tastierista Ernesto Vitolo.
Dopo aver registrato in studio i brani per la raccolta "Ricomincio da 30" con 4 inediti e altri brani del suo repertorio ri-arranggiati, Pino parte con le due band (più quella che in quell’anno lo accompagnava composta da Alfredo Golino, Gianluca Podio e Mat Garrison) per il tour "Vai Mò 2008 Live" che parte l’8 Luglio da Napoli e prosegue fino a Dicembre di quell’anno>, toccando le principali città italiane.

Il tour è prodotto e organizzato da Friends & Partners, MT Opera Blue’s e Blue Drag.

8 Luglio, Piazza Del Plebiscito (Napoli)

Il tour inizia l’8 Luglio 2008 da Napoli in Piazza Del Plebiscito, quella stessa piazza che 27 anni prima, il 19 Settembre 1981 giorno di San Gennaro, vide Pino Daniele protagonista di un mega concerto, rimasto nella storia, davanti a 200 mila persone, anche quella sera insieme al Supergruppo.

 

Il concerto, previsto inizialmente prima allo stadio San Paolo e all’Ippodromo di Agnano poi, si svolge davanti a quasi 80 mila persone paganti e viene trasmesso in diretta (con molte interruzioni pubblicitarie e non) su Raiuno.
Per l’occasione, Pino invita alcuni ospiti che salgono sul palco durante la serata per duettare con lui sulle sue canzoni: Nino D'Angelo, Giorgia, Irene Grandi, gli Avion Travel, Chiara Civello e Gigi D'Alessio.

I duetti

Ecco la lista dei duetti del concerto tra Pino e gli ospiti (con relativi brani):

con gli Avion Travel in "Terra mia"

 

con Nino D’Angelo in "Donna Cuncetta"

 

con Gigi D'Alessio in "O’ Scarrafone"

 

con Irene Grandi in "Se mi vuoi"

 

con Giorgia in "Vento di passione"

 

con Chiara Civello in "L’ironia Di Sempre"

Tutti gli artisti si ritrovano sul palco insieme per cantare “Napule è”.

Il disco

Una parte della scaletta del concerto sarà registrato nel disco live "Tutta n'ata storia - Vai mo' - Live in Napoli", uscito nel Gennaio 2013 e che contiene anche due inediti ("Non si torna indietro" e "Another dimension").
Insieme al CD, viene pubblicato anche un DVD con la registrazione video del concerto e alcuni contenuti extra come il dietro le quinte e intervista ai musicisti del Supergruppo.

Le date del Vai Mò 2008 Live

Ecco tutte le date del tour:
08 Luglio Napoli (Na) - Piazza Del Plebiscito
11 Luglio Roma (Rm) - Ippodromo Le Capannelle
13 Luglio Campione D’italia (Co) - Piazza Maestri Campionesi
17 Luglio Mantova (Mn) - Palazzo Te
20 Luglio Venaria Reale (To) - Reggia Di Venaria Reale
24 Luglio Bari (Ba) - Arena Delle Vittorie
26 Luglio Marsico Nuovo (Pz) - Campo Sportivo
31 Luglio Trieste (Ts) - Piazza Unita’ D’italia
06 Agosto Lucera (Fg) - Castello Svevo Angioino
08 Agosto Montesilvano (Pe) - Stadio Comunale
10 Agosto Villapiana (Cs) - Anfiteatro
12 Agosto Catanzaro (Cz) Area Magna Grecia
24 Agosto Vittoria (Rg) - Fiera Emaia
26 Agosto Taormina (Me) - Teatro Antico
28 Agosto Campofelice Di Roccella (Pa) - Arena Del Mare
31 Agosto Palinuro (Sa) - Area Porto
21 Settembre Milano (Mi) - Palasharp
07 Dicembre Bari (Ba) - Largo Santa Chiara
31 Dicembre Cosenza (Cs) - Piazza Dei Bruzi >

Le Band… On Tour

Vai Mà Band

Tullio De Piscopo
Batteria

Joe Amoruso
Tastiera

Rino Zurzolo
Contrabbasso

Tony Esposito
Percussioni

James Senese
Sax

Nero A Metà Band

Agostino Marangolo
Batteria

Gigi De Rienzo
Basso

Ernesto Vitolo
Tastiere

Band presente nelle date di Napoli, Roma e Milano

Band attuale

Alfredo Golino
Batteria

Mat Garrison
Basso

Gianluca Podio
Piano & fender

Fabio Massimo Colasanti
Ztar

Juan Carlos Albelo
Violino, Armonica

PRESS

Alcuni articoli sul concerto di Napoli

Pino Daniele e Napoli, un coro di felicità (da La Repubblica del 09/07/2008)

Una cosa è certa, Pino Daniele canta ancora Napul' è mille culure, ventisette anni dopo averlo fatto la prima volta in questa stessa piazza del Plebiscito, simbolo dell' incrocio urbanistico borbonico-cattolico del ventre della città. È la realtà che ora è cambiata. Il sole, il mare, certo, ma il paesaggio è dominato dai colori cupi dell' immondizia e del degrado. Ma i cantanti servono anche a questo: a far rinascere i colori, la voglia di riscatto tra le macerie. La più bella e celebrata canzone di Pino Daniele la cantano tutti insieme, come una languida "we' re the world" partenopea in questa serata dal sapore catartico per Napoli: il protagonista, il pubblico e poi Nino D' Angelo, gli Avion Travel, Giorgia, Irene Grandi, Chiara Civello e perfino Gigi D' Alessio fischiato dalla piazza (dove a un certo punto è apparso lo striscione, presto fatto levare, "ho pagato 25 euro per un camorrista") fin dalla presentazione dal palco di Milly Carlucci, lì per la discutibile diretta su RaiUno (canzoni interrotte per gli ospiti, per leggere un comunicato del presidente Berlusconi, per la pubblicità...). Gli artisti sono sul palco tutti insieme - cosa insolita per l' ambiente musicale partenopeo, storicamente minato da invidie - per Napoli. Pino con la sua vecchia favolosa band, quella con James Senese, Tony Esposito, Rino Zurzolo, Joe Amoruso e Tullio De Piscopo a cantare Je so' pazzo, Yes I know my way... e poi i musicisti che lo hanno accompagnato in trent' anni di canzoni. Nino D' Angelo divide il palco con D' Alessio, e soprattutto D' Alessio lo divide con Pino Daniele, dopo essersi mandati a quel paese per anni. «Che vuol dire essere diversi?», ha dichiarato Daniele «ho messo da parte il mio sessantottismo, e poi adesso per Napoli è il momento di mandare messaggi diversi. Gigi è uno che ha fatto la sua strada, in direzione pop, alla fine è come Eros Ramazzotti». Gigi D' Alessio è gongolante. Per lui è una vittoria sul campo, malgrado i sonori dissensi del pubblico: «Prima di tutto era Pino che parlava male di me, e io mi limitavo a reagire. Non avrei mai potuto dire che la sua musica non mi piaceva. Sarebbe stata una bugia. Poi quando ci si incontra cambia tutto, ci siamo divertiti a suonare insieme. Sì, lo so, su quel palco mi vedono come un intruso, sono come l' Aids, da evitare. Ma non m' importa. È un momento bellissimo». Dunque un idillio. Tanto da affidare proprio a D' Alessio la rogna della serata, ovvero la canzone 'O scarrafone, con quel contestato verso: "questa lega è una vergogna". «Intanto c' è stata anche la Lega del sud» ha scherzato Pino Daniele, «e poi io ho già dato. Ho perso la causa con Bossi è ho pagato 40.000 euro, quindi la faccio cantare a D' Alessio». Il quale conferma e si dice imbarazzato sul fatto di cantare quel verso: «Del resto la canzone è di Pino, non posso mica cambiarla. La responsabilità è sua». Sorrisi e gentilezze, dunque, nonostante le critiche di Daniele al Comune di Napoli («e non a Bassolino», ha precisato) in riferimento agli spostamenti di sede del concerto. Una minuzia. La piazza con i suoi 40mila entusiasti spettatori è bella, emozionante, tranquilla anche se le avvisaglie della mattina davano segnali diversi. Disoccupati organizzati, riuniti in varie sigle, avevano occupato il palco, bloccato una linea della metropolitana... È finita con dieci arresti, una trentina di denunce a piede libero. Ben ottomila spettatori hanno chiesto il rimborso del biglietto quando si è scoperto che il concerto era spostato a piazza Plebiscito dove di solito si va senza biglietto. E saggiamente l' organizzazione ha lasciato entrare a piccoli gruppi quelli rimasti fuori (almeno 10mila, oltre i 30mila paganti, compresi quelli che hanno versato 50 lattine per un ticket per la sensibilizzazione sulla raccolta differenziata) per non avere vuoti imbarazzanti e nè problemi di ordine pubblico. La diretta Rai esigeva un certo decoro.

 

Plebiscito di musica: Tutti pazzi per Daniele (da Il Mattino del 09/07/2008)

La canzone non bagna Napoli. Ma forse per una sera la culla, la illude, la coccola, le mette balsamo sulle ferite, la fa sentire ancora bella, speciale, unica, viva. Il video di «Quando» con Troisi è un grido che rimane strozzato nella gola, è l’introduzione mozzafiato a una serata di grandi emozioni e grandi contrasti, preceduta da grandi attese e grandi polemiche. «Massimo, Massimo, Massimo» urla il popolo di piazza del Plebiscito, 30.000 dentro i recinti a pagamento, altri 20.000 attorno. A cui vanno aggiunti quelli davanti alla tv, a seguire la diretta di Raiuno condotta da Milly Carlucci. Daniele, il Pino della nuova Napoli che nella seconda metà degli anni ’70 cancellò la cartolina oleografica per imporre una nuova immagine e un nuovo suono partenopeo, sale sul palco emozionato, ma fa finta di niente. Al suo fianco c’è la band di «Nero a metà», il suo terzo album e il suo primo soprannome, correva l’anno 1980. Ernestino Vitolo alle tastiere salta come un ragno, è davvero felice di esserci e con lui tanti in piazza, attorno al palco, che c’erano quel 19 settembre 1981 ormai leggendario, o che quel giorno non erano nemmeno nati. Gigi De Rienzo si nasconde dietro il basso e attacca il ritmo di «A testa in giù», implacabilmente seguito dalla batteria di Agostino Marangolo. I problemi di location e l’annuncio dell’inatteso duetto con D’Alessio hanno oscurato la straordinaria realtà di questo concerto grosso con tre band sul palco. La prima riscalda la notte, che è tenera, nonostante l’abbraccio mortale della nostalgia canaglia. «Quanno chiove», «A me me piace ’o blues», «Appocundria» sono perle che imparammo a cantare quando arrivò il momento di liberarci della musica che ci girava intorno, di una napoletanità retriva e corriva. Oggi sono nuovi classici, come «Napule è», con il coro a bocca chiusa del pubblico che segue commosso, come in una psicoterapia di gruppo, l’interpretazione corale fornita dagli ospiti della serata, uniti nel rito laico di ridefinizione della città porosa. Stanotte «Napule è» il mucchio selvaggio che il mascalzone latino ha riunito intorno a sé: l’uomo dello scandalo Gigi D’Alessio, accolto da bordate di fischi da quella grossa parte di piazza che non ha accettato la sua presenza, Nino D’Angelo, Giorgia, Irene Grandi, Chiara Civello, Peppe Servillo. Il primo dei duetti mette insieme Pino e Nino, due Napoli un tempo inconciliabili e mai così vicine: quella di D’Angelo è una voce «di dentro», «Donna Cuncetta» aleggia sulla piazza col suo «tuppo niro» a ricordarci, mentre il ritmo si fa più latino e veloce rispetto all’originale, che «’o tiempo d’’e cerase» era già finito da un pezzo. Poi arrivano le canzoni del quarto lp, «Vai mo’» e il trio iniziale lascia il palco al supergruppo: il sax verace di James Senese, la batteria esplosiva di Tullio De Piscopo, l’arcobaleno di percussioni di Toni Esposito, il ritmo-poesia del contrabbasso di Rino Zurzolo, le tastiere-armonia di Joe Amoruso. «Yes I know my way», e la strada dove tutti vogliono correre stanotte è questa, col groove che impasta sangue e sudore, col cuore che va a mille seguendo la voce e la chitarra di Daniele, pronte a sbizzarrirsi tra blues e echi gitani, danze calienti e melodie mediterranee. «I say i’ sto ’ccà» è una dichiarazione di appartenza, come «Je so pazzo», come quel verso lucido e feroce: «Chi tene ’o mare ’o ssaje nun tene niente». L’amarcord prosegue con «Io vivo come te», poi un «Viento ’e terra» soffia via, per quanto possibile le malinconie, i tempi andati con i capelli, gli amori, gli amici, la rivoluzione che non c’è stata. Il gap temporale è improvviso, dal 1981 si arriva nel 2008 con «Anema e core», poi il dream-team va via e lascia il palco agli Avion Travel che cesellano con l’uomo in blues «Terra mia»: la voce sottile di Daniele trova il contraltare in quella profonda di Servillo, la chitarra di Fausto Mesolella è un canto delle radici che Mimì Ciaramella accompagna con le spazzole. Il ritmo risale, sul palco arrivano Alfredo Golino alla batteria, Gianluca Podio al piano, Matthew Garrison al basso, Fabio Massimo Colasanti allo ztar e Juan Carlos Albelo al violino e armonica, un innesto prezioso. E il momento dei materiali più recenti, pop: «L’ironia di sempre» con Chiara Civello, «Mareluna», «Se mi vuoi» con Irene Grandi, «Vento di passione» con Giorgia… «’O scarrafone» è il momento del giudizio per Gigi D’Alessio, contestatissimo dalla folla, tra fischi e cori di «Te ne vaie o no, te ne vaie sì o no». Qui il lazzaro felice uccide e reinventa il proprio mito nel luogo che più di tutti contribuì ad edificarlo. Lui che guardò all’altra America per reinventare la canzone napoletana incontra il collega che partì dai cascami della produzione melodica partenopea per farsi divo pop. Un azzardo, una sfida. Come il più nichilista dei punk, cancella le coordinate della propria leggenda canora, chiede alla sua piazza di accettarlo come «un chitarrista, un musicante, un uomo libero». «Yes I know my way», ripete, e per dirlo più forte stavolta ha tutte e tre le band al suo fianco, più Don Moye degli Art Ensemble of Chicago. Ma a qualcuno, più d’uno, non piace il nuovo compagno di viaggio Gigi D’Alessio, comunque vada da premiare per il coraggio.