[PRESS] «Per Pino Daniele un docufilm e una festa al San Carlo» (Articolo da ilmattino.it)
Dopo il libro, Alex, dopo l'inaugurazione dello spazio dedicato al Nero a metà al Museo della pace in piazza del Plebiscito a Napoli, sono ormai molte le iniziative messe a punto con la Fondazione Pino Daniele Trust Onlus.
«È vero, sono appena uscito da una riunione al Miur dove abbiamo definito il nostro contributo al Premio Nazionale delle Arti che, nelle sezioni pop-rock e jazz, ora porterà il nome di mio padre. Quello pop rock lo consegneremo al conservatorio Nicola Sala di Benevento, dove insegnano Gianluca Podio e Rino Zurzolo, quello jazz al Verdi di Milano, mettendo a disposizione borse di studio, ma anche chitarre, set di corde, strumentazioni plug-in per il canto... Pino ha sempre scommesso sui giovani, questa credo che sia una strada giusta per usare il suo nome».
Questo accadrà nel 2017, quando nei conservatori italiani dovrebbe farsi notare anche un'altra novità.
«È vero, stiamo lavorando a un libro di metodo, a qualcosa che possa parlare dell'approccio al canto e alla chitarra di un artista che il conservatorio non l'aveva potuto frequentare, che si è fatto da solo, ma senza mai smettere di studiare, fino all'ultimo momento, oserei dire. Negli ultimi anni la passione per la chitarra classica, per lo strumento usato senza plettro, per lo stile flamenco l'aveva anzi fatto applicare persino più del solito».
Poi c'è il fronte «sociale».
«Dove abbiamo ribadito una scelta fatta da Pino in persona, prima in occasione del concerto del 24 giugno 2011 a Cava dei Tirreni con Eric Clapton e poi del tour Sinfonico: essere a fianco dei bambini ammalati di cancro, delle famiglie che li assistono. Così abbiamo rinnovato la collaborazione con la Open Onlus campana, mettendo a disposizione fondi per la ricerca sotto forma di borse di studio per ricercatori e di stage formativi all'estero: qui si tratta doppiamente di scommettere sui giovani e sul futuro: quello dei piccoli pazienti, ma anche dei medici e degli scienziati che verranno».
Hai nominato Eric Clapton. Manolenta ha dato il suo Ok all'utilizzo delle riprese dello storico show con Pino per il documentario a cui stai lavorando con Verdelli, titolo provvisorio lo stesso del libro e della canzone scritta per la colonna sonora di «Le vie del signore sono finite».
«Sì, con la generosità di sempre il dio della chitarra ci ha detto che possiamo usare quello che vogliamo, come anche Pat Metheny. Gli introiti del docufilm, che ha alle spalle il Mibact e Cinecittà Luce, come già quelli del libro, serviranno ad alimentare ulteriormente le iniziative della Fondazione».
Si parla di un'anteprima al San Carlo il 19 marzo, giorno in cui Pino avrebbe compiuto 62 anni.
«Ci stiamo provando, vediamo quando finiremo le riprese e il montaggio, vogliamo consegnare un ritratto sincero, verace, non agiografico di un artista che merita di essere raccontato».
A Napoli avete girato nel centro storico, ma anche in piazza del Plebiscito, intervistando i componenti dello storico supergruppo: James Senese, Tullio De Piscopo, Tony Esposito, Rino Zurzolo, Joe Amoruso... Che cos'altro dobbiamo aspettarci?
«Pino Daniele, senza fronzoli, senza gossip, raccontato da chi ha suonato con lui, dalla sua famiglia, da chi gli ha voluto bene». (Federico Vacalebre)