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[PRESS] La musica di Pino Daniele diventa sinfonia (Articolo da Il Mattino del 24 Agosto)

Il tour «Sinfonico a metà», culminato nella notte all'Arena di Verona, è stato uno degli ultimi progetti a cui Pino Daniele ha lavorato, mettendo a frutto per l'ennesima volta la sua curiosità di musicista, di cantautore che sempre più si sentiva suonautore. È a quella stagione della creatività dell'uomo in blues che guarda il progetto con cui Gianluca Podio sbarca sabato al Ravello Festival.


Romano, classe '69, direttore d'orchestra, pianista e compositore nato studiando con Petrassi e Stockhausen, Sciarrino e Morricone, Podio è stato al fianco del caposcuola napoletano dal 1997 sino alla fine, diventando il suo punto di riferimento «colto» fondamentale: «Lui mi permette di realizzare cose e suoni che altrimenti riuscirei soltanto a pensare», ebbe modo di dire Pino alludendo alla fortunata e lunga collaborazione instaurata. Tra i tanti - troppi? - omaggi che continuano a ricordare una figura centrale nel Novecento sonoro italiano, Podio ricorda il suonautore più del cantautore, «il neomadrigalista, il chitarrista, il musicofilo onnivoro».

Sul belvedere di Villa Rufolo presenterà infatti in anteprima assoluta «'O mare», suite su musiche dell'amico da lui orchestrate in forma sinfonica e polifonica, cucite con intermezzi originali, ed affidate all'Orchestra Nuova Scarlatti e all'Ensemble Vocale di Napoli. «Iniziamo dalla sua passione per Gesualdo Da Venosa e l'esperimento di scrivere in quello stile, che ci portò a dividere la firma di pezzi come “Ali di cera” e “Voci sospese”, ma anche ad arrangiare con piglio madrigalista “Quando“, “Quanno chiove”, “Napule è”. Poi il coro va via e lascia spazio ad un viaggio nel suo repertorio dedicato al mare, da “Mareluna“ a “Terra mia“, o viceversa. Provo a rendere la complessità della sua scrittura, a far finta che l'assenza della sua voce possa sentirsi di meno se si chiama in campo un'orchestra intera di archi senza impossibili primati solisti, a vivere come un esorcismo la decisione di affidare le parti della sua chitarra ad un'arpa, quasi a renderne solo l'aura fantasmatica. Pino, che mi manca innanzitutto come amico, ha scritto versi importanti, e nella sua prima parte di carriera è stato un apripista prestigioso. Ma non bisogna sottovalutare la produzione successiva, considerarla alla stregua di banalità pop: ci sono sue canzoni frutto di studi profondi sull'armonizzazione, sull'uso dei rivolti. Non è presuntuoso sentire la sua musica come produzione sinfonica».

Gianluca ha pensato anche a due bis speciali, immaginando come conclusione della serata «Anima» in una versione che guarda al bolero: «A quel punto, se il pubblico avrà premiato il nostro sforzo, se saremo riusciti a rendere al maestro l'omaggio che merita, l'Ensemble Vocale di Napoli resterà sul palco per chiudere la nostra dedica con “Lazzari felici”, un autentico capolavoro, e con “Melodramma”, un brano che merita molta più attenzione e fortuna di quella che abbia avuto. Un po' come “Per te”, uno strumentale di cui andava pazzo Eric Clapton: avrebbe voluta suonarla nella notte di note allo stadio di Cava de' Tirreni», conclude con non velata nostalgia Podio, che del mascalzone latino ha ereditato anche lo studio di registrazione a Roma ed è già a Ravello, dove il direttore artistico Stefano Valanzuolo l'ha invitato anche per un masterclass di pianoforte jazz. (Federico Vacalebre)


Ultimo aggiornamento dell'articolo: Venerdì, 28 Agosto 2015 15:00